La Cultura dello Stupro Riguarda Tutt*
La violenza esiste in troppe forme. Non è solo quella che ci uccide, è anche quella che ci denigra, che ci ferisce, che ci imprigiona. Quella che ci rende oggetti o proprietà, quella che ci toglie l’indipendenza, quella che stupra e ci molesta.
La violenza è una manifestazione di potere e di forza da parte di chi può concedersi il diritto di essere predominante perché la cultura stessa in cui viviamo non solo non condanna per davvero questo comportamento, ma di fatto chiude un occhio. Una società che questo “diritto” lo lascia passare, anzi, lo insinua in noi e lo fa germogliare fin da quando siamo piccoli, perché siamo tutt* cresciuti sentendo “boys will be boys” e “ma se ti tratta male è perché gli piaci”.
Una cultura che ci insegna che, non importa come, il sesso e in generale il femminile è un’arma che viene usata contro le donne (e non solo) per sminuirle, umiliarle, rimetterle a posto, punirle, ucciderle. Ma il sesso non c’entra affatto. È solo una dinamica di potere.
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Leggi anche: Sexual Shame: come disinnescarlo?
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Nessun* di noi è immune perché, appunto, abbiamo imparato a respirare la cultura dello stupro e una visione patriarcale del mondo fin da piccol*, ma c’è chi si ribella perché consapevole di questi meccanismi e chi invece ci rimane immers* perché inconsapevole o perché conviene rimanere in questi meccanismi.
In occasione di questo 25 novembre, Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, ho scelto di non parlare troppo di numeri - che comunque puoi leggere qui. Agghiaccianti, sempre preoccupanti e che incredibilmente ancora non bastano a sradicare idee sbagliate su chi compie violenze di ogni tipo - spoiler: nell’80% dei casi le violenze sono commesse da partner o ex partner o persone vicine/parenti della vittima.
E ci tengo a sottolineare che il sesso non è mai il problema, è un’arma che viene usata contro le donne o le vittime. Chi stupra non lo fa per un “incontrollabile desiderio sessuale”, lo fa per esercitare potere e controllo su un’altra persona.
Vorrei oggi dare dei consigli ad ognun* di noi per capire come possiamo concretamente, insieme, uomini, donne, persone, impegnarci ogni giorno per smantellare la cultura dello stupro. Basta partire facendosi delle domande: ma di fronte a queste situazioni, io, come reagisco?
Perché non basta dire “ah ma io non sono violent*, io non ho mai stuprato nessun*” per avere la coscienza a posto o pensare di non avere una responsabilità. Questo è il minimo sindacale. Non basta pensare di essere donne per non avere nessuna responsabilità.
La cultura dello stupro germoglia nelle violenze verbali, psicologiche, economiche prima di arrivare agli abusi fisici, agli stupri o ai femminicidi.
Metto qui qualche domanda e invito tutt* a leggerle fino alla fine e a chiedersi, come ho chiesto a me stessa: mi è mai successo? E se la risposta è sì (perché anche io ho risposto di sì ad alcune di queste), riflettiamo su come mai siamo stat* in silenzio. Lo rifaresti o magari la prossima volta sceglierai di esprimere il tuo dissenso e spezzare una catena?
Quante volte rivolgendoti a una donna dici/senti dire frasi come: sei scema, non capisci niente, che ne vuoi sapere tu, tanto non sei capace? (violenza psicologica)
Hai mai visto foto, video o qualsiasi materiale privato divulgato in chat? Hai riso? L’hai condiviso? L’hai scaricato? Hai mai fatto notare che non è ok (anzi è reato)? (revenge porn)
Per strada hai mai fischiato (o visto qualcuno farlo), commentato, ammiccato a una donna che passava? Sei mai intervenut* per far notare che il catcalling non va bene?
Hai mai (o sei mai intervenut* se hai visto qualcuno) toccato, abbracciato, baciato una persona che in quel momento non era in grado di capire la situazione (perché magari ubriaca)? (violenza sessuale)
Hai mai tirato uno schiaffo o un oggetto che può far male a qualcuno? O sai di qualche amico che lo ha fatto? (violenza fisica)
Hai mai inviato/ricevuto una foto delle tue parti intime senza chiedere/aver dato il permesso? (violenza sessuale)
Hai mai filmato di nascosto un rapporto sessuale? O visto un filmato di questo tipo? (violenza sessuale)
Hai mai ripetutamente preso in giro una persona per il suo aspetto fisico? Sei mai intervenut* se qualcuno vicino a te lo fa? (violenza psicologica)
Le donne vicino a te possono gestire autonomamente i loro soldi? O sono costrette a condividere e/o a rendere conto di come li spendono? (violenza economica)
Hai mai utilizzato minacce o ricatti per ottenere qualcosa? (stalking, violenza psicologica)
Hai mai saputo di una persona vicina a te che ha commesso/subito un atto di violenza e sei stat* zitt*? Hai mai pensato a come mai ogni donna conosce almeno una donna che ha subito violenze ma non è lo stesso per gli uomini? (violenza sessuale)
A una festa hai mai visto qualcuno mettere sostanze nel drink di un’altra persona? Sei intevenut*? (drogare una persona senza il suo consenso è reato)
Hai mai mentito a una persona sul tuo stato di salute prima di fare sesso? Hai mai tolto il profilattico senza informare la/il partner? Hai mai mentito sulla tua età per fare sesso? (coercizione)
Di fronte a una notizia di stupro, hai ma reagito pensando/dicendo: eh ma chissà se era ubriaca/drogata è anche colpa sua? Ma vestita così se l’è cercata? Mah, chissà se è davvero stato stupro o a lei conviene dire così? (victim blaming)
Di fronte al comportamento sessualmente libero di una donna, hai reagito discriminando, umiliando o usando questo comportamento contro di lei? (utilizzare la sessualità come arma contro le donne è un meccanismo tipico della nostra cultura, che può sfociare in diverse tipologie di violenza indicate sopra).
Tutt* siamo responsabili, e solo insieme possiamo cambiare le cose. Ma per poterlo fare, dobbiamo prima essere consapevoli e scegliere di voler cambiare il nostro comportamento.
Di: Virginia Sofia Cerrone - Direttrice editoriale
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