Dolori Mestruali e Rimedi: il Dolore è Normale?
Ultimamente mi è capitato di riflettere sul rapporto tra femminilità e dolore e su come, nella nostra società, l’esser donna debba necessariamente implicare una titanica capacità di sopportarlo (oltre a un’innata compassione per qualsivoglia uomo che con 37.2 ha la sensazione di essere alle porte dell’Ade).
Una sorta di vocazione imposta, insomma, una conformità per la quale è giusto allenarsi fin da bambine, partendo con la pistola che ti spara gli orecchini nei lobi (ma voi siete pazzi), arrivando ai primi esperimenti depilatori (il modello d’esordio del silk epil era una brutalità da tortura medievale), passando per i dolori mestruali mensili che, del resto, cosa vuoi che siano rispetto a ciò che t’aspetta, bella mia, il giorno in cui un cucciolo della specie travalicherà la tua fortunata vagina per venire al mondo.
Il rapporto con il dolore, se sei femmina, si gioca su due binari che viaggiano paralleli: da un lato, la menzogna. “No, ma non fa male”, che tu vorresti farti spiegare com’è possibile, per esempio, che non faccia male della cera bollente sulle grandi labbra, da strappare via in soluzione unica; oppure auto-mungersi per tirare via il latte dal proprio seno; oppure farsi scucire lembi di carne per infilare protesi siliconate e poi ricucire tutto.
Dall’altro lato, c’è il binario della rassegnazione: “Il dolore è normale, è la natura, che sarà mai. Ti tocca, baby. Abituati. Accoglilo, anzi, senza fare troppe moine, dài”. Come se il tuo corpo dovesse essere predisposto biologicamente alla tolleranza del dolore. Come se poi, ammettere di star male, fosse una sconfitta, la prova di una debolezza segreta, la conferma di un pregiudizio sessista.
E invece, secondo “Il libro della Vagina” (scritto da due studentesse di medicina dell’Università di Oslo e pubblicato nel 2018 da Sonzogno), oltre la metà delle donne soffre di dolori mestruali (definiti “dismenorrea primaria”) e fino a una donna su sei prova dolori così forti da doversi assentare un paio di giorni al mese da scuola o dal lavoro.
Si tratta, di base, di contrazioni uterine per espellere l'endometrio, che fuoriesce sotto forma di flusso mestruale. Queste contrazioni, in alcune donne, possono raggiungere una pressione di 150-180 mmHg (per intenderci, nella fase di spinta di un parto, si registra una pressione attorno ai 120 mmHg, quindi nei momenti di più forte dolore mestruale, la pressione è almeno altrettanto intensa che nella fase di spinta del parto, e le sequenze dolorose sono perfino più ravvicinate).
Questo senza contare le eventuali complicazioni possibili, che sono tutt’altro che rare, diciamo pure frequenti, in organismi sofisticati come i nostri, che s’accollano il grosso della perpetrazione della specie… per citarne una: la sindrome dell’ovaio policistico, che è il disturbo ormonale più diffuso tra le donne in età fertile, e ne colpisce tra il 4 e il 12 per cento.
Questo vuol dire che tutte le donne soffrono in ugual misura? No, certamente no. Vuol dire, però, che se una donna è piegata in due dai crampi mestruali, FORSE, non sta esagerando e non vale meno di quella che, nella pubblicità, va a fare parapendio il primo giorno di ciclo.
Proprio di questo discutevo qualche giorno fa con due amiche. La prima, che soffre di endometriosi, mi ha scritto giustamente allibita dal trattamento che ha ricevuto in un ospedale milanese, una sera in cui è stata molto male e, come nella maggior parte delle situazioni, si è trovata di fronte medici che non avevano idea di cosa stesse accadendo, che hanno insinuato stesse esagerando, che si sono “offesi” quando lei ha citato il centro in cui è in cura (in un'altra regione), e che non hanno avuto alcun rispetto (e alcuna soluzione) per il suo dolore (l’argomento è sanitario, ma anche politico, e ci torneremo presto sopra, in maniera organica).
________________________________________________________________
Leggi anche: Mestruazioni e Pavimento Pelvico
________________________________________________________________
L’altra, a cui raccontavo che certi mesi (non tutti, per fortuna), il primo giorno di ciclo (ma dovremmo dire "flusso") mi sveglio all’alba per i dolori, e che prima non era così, e che no, non ne ho ancora parlato col medico, non sono una che si cura bene, e poi in fondo… il dolore è normale.
Non l’avessi mai detto. Virginia, la mia amica, che poi è anche la fondatrice di pureeros (un pugno d’anni più giovane di me), mi ha fatto il culo a tarallo (come si dice finemente dalle mie parti), perché devo assolutamente fare una visita ginecologica (mi ha chiesto da quanto tempo non la faccio e mi sono vergognata della risposta), e perché cosa ne so io del pavimento pelvico (e mi ha rimandata a questo), e perché NON è vero che il dolore è normale! Il dolore è sintomo di qualcosa, è il nostro corpo che ci parla e noi dobbiamo ascoltarlo (e per questo è fondamentale consultare il medico, ha ribadito). Soprattutto, m’ha detto, non è vero che dobbiamo sopportarlo!
Così, dopo essersi fatta promettere che avrei prenotato un controllo ASAP, ha detto che mi avrebbe mandato i Be You, che sono dei cerotti per i dolori mestruali, che si applicano sull’area dolente, sia essa la pancia o la schiena, e rilasciano per 12 ore olii naturali in grado di dare sollievo. Hanno un odore intenso, che mi ricorda l’essenza del balsamo di tigre, e sulla pelle si dimenticano letteralmente.
Sono un’alternativa senza farmaci per alleviare il fastidio legato alle mestruazioni - se avete dolori forti, fatevi visitare. Se vi trovate di fronte ad un medico che vi ignora, cambiatelo.
Non ci sono cerotti o farmaci che tengano se i dolori sono forti va ricercata la causa.
Altro tema, questo delle mille pillole rosa come unica soluzione ai “normali” dolori mestruali molto discutibile. Nessuno dice chiaramente che dobbiamo soffrire, ma nascondere un dolore con un farmaco è l’opposto di ascoltare e risolvere quel dolore.