Ansia da Orgasmo
La settimana scorsa ho ricevuto la lettera di una ragazza di 20 anni. Mi ha scritto, con una certa dose di apprensione, che non riesce a provare l’orgasmo.
Indipendentemente che si masturbi da sola o con un partner, il risultato non cambia. Il suo corpo scappa, si sottrae. Sente persino del fastidio. “Spero che non sia un mio difetto di fabbrica“, ha detto. Così, ho riflettuto sul rapporto tra le donne e l’orgasmo e su quanto sia cambiata la sua narrazione e la sua percezione nel corso del tempo.
Quando avevo suppergiù 20 anni, noi ragazze non avevamo le idee tanto chiare sull’orgasmo (d’altra parte, l’organo ufficiale preposto alla nostra formazione sessuale era stato Top Girl, oppure Cioè). La maggior parte di noi, non era neppure sicura di averne mai provato uno (non avevamo né il porno, né i sex toys e, tendenzialmente, praticavamo molto meno autoerotismo rispetto ai nostri colleghi uomini, per non dire che la maggior parte di noi non si masturbava affatto).
Ciò che sapevamo del nostro corpo e del nostro sesso era confuso, incerto: in teoria potevamo avere millemila orgasmi multipli, ma in pratica dovevamo aspettarci di non provarne manco mezzo, perché l’orgasmo femminile era un po’ come il mostro di Loch Ness, una leggenda.
Un fenomeno misterioso, inafferrabile, incomprensibile. Quando ci infrattavamo con i ragazzi, il Re dei preliminari era il fantomatico “ditalino”, ovverosia un accanito in&out nella nostra cavità vaginale, fatto con un dito (due, se eri particolarmente laida), invece che col pisello. Il cuore dell’esperienza, comunque, era vaginale, penetrativo.
Solo i professionisti avevano idea, per esempio, che esistesse la clitoride e che per farci godere fosse essenziale coinvolgerla di più. La maggior parte degli uomini, cercava il nostro piacere nello stantuffamento indefesso, senza nemmeno avventurarsi alla ricerca di nostri punti di piacere, di cui comunque ignorava l’esistenza. E la maggior parte di noi, si aspettava che gli uomini facessero prodigi con quell’andirivieni più o meno impacciato, più o meno frettoloso, più o meno brutale.
Quando poi finalmente ci decidevamo a copulare sul serio, eravamo perfettamente preparate all’idea di fingere l’orgasmo (pratica ampiamente sdoganata anche nelle commedie romantiche, alla Harry ti presento Sally).
Personalmente non ho mai finto un orgasmo e non ho mai capito perché le donne lo facciano, se non come forma di eccessiva premura nei confronti dei loro compagni, al fine di non urtarne la sensibilità virile.
+ Consigli per il piacere
D’altra parte siamo nati nel Novecento, secolo in cui Freud ha inventato una gerarchia degli orgasmi femminili, attribuendo maggior prestigio a quello vaginale e definendo acerbo e immaturo l’orgasmo clitorideo. Se vi state chiedendo a quale titolo Freud, che una vulva manco ce l’aveva, stabilisse tutte queste cose sulla sessualità femminile, non ho una risposta da darvi, se non che l’orgasmo vaginale, in quanto fallocentrico, risultava evidentemente più “pregiato”, agli occhi del padre della psicanalisi.
Fatto sta che la mia generazione è cresciuta completamente disincentivata all’orgasmo: lo provi raramente, se non lo provi la responsabilità è tua, faresti bene a simularlo, il punto G non esiste, l’eiaculazione femminile non esiste, la masturbazione è una cosa sporca, quella clitoridea è pure da bimbaminkia.
Fino alla mia generazione di donne, era del tutto frequente che le ragazze non si guardassero nemmeno laggiù, nelle parti basse. Va bene che adesso siamo arrivati all’estremo opposto, di inviare con disinvoltura autoscatti ginecologici a chicchessia, ma ai tempi ci avrebbe fatto certamente bene prendere più confidenza con la nostra coinquilina del basso ventre.
Sapete, quelle cose minime, il buongiorno e la buonasera. Oh, eccoti qui clitoride! Piacere vagina! Toh, le piccole e le grandi labbra! Che buffe che siete! Cara la mia vulva…Ecco la mia generazione è cresciuta in questo modo e ho spesso pensato, negli ultimi anni, che le donne più giovani sarebbero state più fortunate. Sarebbero cresciute in un mondo in cui la sessualità femminile, dopo Sex & The City e Girls, sarebbe stata molto più liberata.
Poi mi arriva la lettera di questa ragazza e mi torna in mente un articolo del New York Times letto qualche mese fa, sul rapporto tra adolescenti e sesso. Sembrerebbe che se noi siamo cresciute con l’idea di dover essere delle educande anorgasmiche, le nuove donne siano cresciute con l’idea di dover essere Cicciolina, Jessica Rizzo e Sasha Grey, tutte insieme.
Cose che per i nostri fidanzatini sarebbero state fantascienza pura, oggi sono diventate assolutamente banali. E, se da un lato trovo rincuorante che le ragazze più giovani il proprio orgasmo lo perseguano come un obiettivo, dall’altro mi viene il sospetto che abbiamo barattato un pacchetto di ansie, con un altro pacchetto di ansie. In pratica, è come se fossimo ancora lì, in una condizione di inadeguatezza e di giudizio. E l’unico problema, in tutto questo, è che non esiste condizione peggiore, per godere.
________________________________________________________________
Leggi anche: Sessimo Doppio
________________________________________________________________
L’unico vero segreto dell’orgasmo è che per provarlo bisogna essere libere. Non è tanto questione di dentro, di fuori, di clitoride, di vagina, di punto G, di fontane danzanti dalla vagina, eccetera. Quello è soggettivo…
ll punto è che per venire bisogna essere libere: libere dall’ansia di godere, libere dall’ansia di NON godere, libere dall’ansia di essere giudicate (troppo sante o troppo puttane, a seconda dei casi). Libere dall’ansia dei nostri difetti fisici; dall’ansia di avere due peli fuori posto; dall’ansia dei nostri odori.
Per venire, bisogna liberare la propria sessualità. Parlarne, praticarla e soprattutto sottrarla al giudizio morale e sociale che la opprime sempre, e da sempre, in forme anche molto diverse (comprese tra le mutande di castità del passato e la contemporanea urgenza di squirtare come le pazze, già a 13 anni).
Per venire, bisogna liberare il proprio corpo, provare simpatia nei suoi confronti, non vergognarsene, non colpevolizzarlo, sciogliere il conflitto carnale con noi stesse.
Per venire, bisogna liberarsi dall’ansia orgasmica e imparare a godere di sé, in tutti i sensi e con tutti i sensi…
Di: Memorie di Una Vagina
Credits: Pic1: Malichskin - Pic2: Maisonrose - Pic3: Annebarlinck