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Progetto Period Poverty (Povertà Mestruale)


period poverty pureeros

 

Vivere in povertà assoluta nel 2020 non è una condizione che riguarda solo i paesi del terzo mondo. Ed è una condizione che coinvolge, solo in Italia, 2 milioni e 472 mila donne - dato in triste aumento (fonte ISTAT 2018). Persone che ogni mese circa devono affrontare il problema di trovare dei supporti per il ciclo, poiché non si possono permettere di comprare gli assorbenti. Il fenomeno colpisce tantissime donne italiane - perché la povertà non è legata, come si può pensare, solo ai paesi poveri o alle donne richiedenti asilo. Non dimentichiamo inoltre le persone transessuali, che si trovano spesso a essere marginalizzate e possono avere anche loro difficoltà economiche nel trovare assorbenti (situazione che potrebbe tra l’altro aumentare la loro disforia). 

 

 

Questo fenomeno in UK ha preso il nome di “period poverty”, in italiano “povertà mestruale”: non una traduzione calzante e il fatto che non ci sia un termine comparabile offre un po’ il quadro della situazione. Rappresenta un problema sociale non indifferente, nonostante passi completamente sotto silenzio e nessuno ne parli. Perché in realtà in Italia non si parla proprio di mestruazioni, di ciclo, di educazione sessuale. E così le persone che ogni mese si trovano ad affrontare questa situazione si devono barcamenare utilizzando carta igienica, pezzi di stoffa o sono costrette al cosiddetto “free bleeding”, ovvero a sanguinare senza poter utilizzare supporti.

 

Come se il ciclo mestruale fosse una scelta. Non lo è. E i prodotti per il ciclo dovrebbero essere beni di prima necessità, ma non lo sono.

Stiamo descrivendo una situazione che in Europa è ben nota; nel Regno Unito si è lavorato molto per migliorare la situazione, fino a eliminare la tassazione sui prodotti usa e getta, e in Scozia si è addirittura arrivati a dare gratuitamente gli assorbenti a chi ne ha bisogno.

 

In tutto questo, l’Italia rappresenta il fanalino di coda di questo movimento: non se ne parla e non si agisce di conseguenza per cambiare radicalmente la situazione. Nel nostro paese, infatti, i prodotti per il ciclo sono tutt’oggi tassati al 22%, ovvero trattati come beni di lusso. Per fare solo un esempio, i tartufi, alimento che rappresenta il lusso per eccellenza in cucina, sono tassati al 5%, come beni di prima necessità. Il massimo che si è riuscito a raggiungere è stato abbassare l’IVA sugli assorbenti organici o le coppette - i più costosi tra le opzioni usa e getta, i meno comuni tra le corsie dei supermercati.

Il ciclo, dunque, è ancora visto come se fosse una scelta delle donne più che una componente biologica imprescindibile - tutti gli anni si organizzano donazioni e raccolte fondi per procurare beni di prima necessità a chi non ha le possibilità di acquistarli ma nessuno pensa mai di includere in queste donazioni i supporti per il ciclo. Perché, purtroppo, ancora i prodotti per il ciclo non risultano essere beni di prima necessità.

Ma noi vogliamo cambiare la rotta. O almeno provarci.

 


Come si è svolta la prima raccolta per il progetto Period Poverty?

A partire da ottobre 2020 (fino a gennaio 2021), abbiamo selezionato una serie di prodotti a cui abbiamo apposto il bollino del progetto: per ogni prodotto con il bollino acquistato abbiamo raccolto 1€ direttamente dal nostro ricavato, senza maggiorazioni per i nostri clienti, e lo abbiamo donato ad associazioni che si occupano di aiutare tantissime donne in difficoltà. Inoltre abbiamo dato la possibilità, a chi lo desiderava, di lasciare una ulteriore donazione a propria discrezione durante la fase di checkout.

E la cosa che più ci ha resi felici e orgogliosi è che avete partecipato in tantissimi!

 

C'è ancora modo di contribuire?

Da gennaio 2021 la donazione attraverso l'acquisto dei singoli prodotti è sospesa ma vi consigliamo di seguire gli aggiornamenti di questa pagina per sapere quando tornerà disponibile sul sito.

Rimarrà comunque disponibile la donazione discrezionale nella fase di checkout, dove sarà sempre possibile contribuire al progetto con una cifra scelta da voi.

  

Quali prodotti hanno partecipato alla prima raccolta per la Period Poverty?

Tutti i prodotti che riportavano il bollino “period poverty” hanno partecipato all'iniziativa e per ognuno venduto è stato devoluto 1€ dal ricavato di pureeros.

Tutti i nostri prodotti per il ciclo, ad esempio, hanno contribuito alla raccolta fondi. Tutti i nostri prodotti per il ciclo sono organici o eco-friendly e come sapete noi crediamo molto nel diritto di ogni persona con le mestruazioni di scegliere per se stessa; anche quando si tratta di prodotti, vogliamo darvi la possibilità di scegliere tra i migliori. Questo è un privilegio che alcune persone hanno, ma di certo non tutte. Per questo i nostri prodotti della categoria ciclo, dall’intimo alle coppette, hanno partecipano alla prima tornata del progetto period poverty, così che la scelta privilegiata di alcun* possa aiutare chi questa possibilità non ce l’ha.

Inoltre, proprio per quest'occasione, abbiamo creato un calendario in edizione limitata per il 2021 dedicato al Benessere Intimo delle Donne, in cui abbiamo inserito 12 illustrazioni relative a temi che ci stanno a cuore - dal dolore, a Black Lives Matter, all'inclusività - e numerose date che riteniamo importanti per ricordare sempre di prendersi cura di se stess*. Diversamente che per gli altri prodotti, per ogni calendario acquistato abbiamo donato 3€ alle persone in period poverty.

Ne restano ancora pochissimi! Se vi va di contribuire potete trovare il calendario pureeros 2021 a questo link.

 

 

Quanti e quali prodotti abbiamo donato?

Siamo stati felicissimi della grande partecipazione e siamo ancora più fier* di potervi dire che abbiamo donato 300 pacchi di assorbenti esterni e 100 prodotti per l'igiene intima (salviette igieniche, detergenti intimi, ecc).

 

 

Perché non donare prodotti riutilizzabili invece che gli usa e getta?

Incoraggiamo tutte le persone che ne hanno le possibilità economiche di utilizzare prodotti come l’intimo assorbente, gli assorbenti lavabili e le coppette mestruali, perché chi ne ha il privilegio non sottovaluti l’idea di sfruttarlo, per approcciare in maniera green e più sana il ciclo. Ma purtroppo, tra le persone in condizione di povertà assoluta, gli assorbenti usa e getta sono ancora i supporti più utilizzati, quando ci sono. Non tutte queste persone hanno possibilità di accedere a bagni chiusi in cui fare pratica con questo genere di soluzioni riutilizzabili. Coloro, infine, che hanno subito violenze e mutilazioni genitali, potrebbero non riuscire a utilizzare supporti interni come le coppette. Moltissime di queste persone non vivono in condizioni igieniche decenti, imprescindibili per poter utilizzare prodotti riutilizzabili.


A chi abbiamo donato questi prodotti?

Abbiamo collaborato con il Gruppo Abele, una Onlus-Ong fondata a Torino nel 1965 con lo scopo di rimuovere tutto ciò che crea emarginazione, disuguaglianza, smarrimento ma anche di sostenere chi affronta un momento difficile, accompagnandolo in un percorso personalizzato per recuperare un posto nella società che l'ha messo ai margini.

Nello specifico, esistono progetti dedicati alla povertà e all'inclusione sociale, che focalizzano i loro sforzi verso chi ha perso la casa, chi vive in condizione di povertà e fragilità, donne sole che affrontano una maternità a rischio sanitario. È principalmente a loro che si rivolge la donazione ricavata dal Progetto Period Poverty lanciato da pureeros. A questo link potrete trovare il comunicato stampa dell'associazione riguardo alla donazione e presto aggiorneremo la pagina con foto e testimonianze.

Siamo aperti ovviamente a ricevere ulteriori richieste di donazioni per le prossime tornate del progetto da altre associazioni che abbiano un diretto contatto con le persone in condizione di period poverty, come possono essere i centri che accolgono le donne migranti o i minori o le mense per i poveri. Il progetto ha concluso la sua prima fase ma è tutt'altro che finito: il nostro obiettivo rimane sempre, con il tempo e con il vostro supporto, quello di riuscire ad arrivare a più persone possibili su tutto il territorio nazionale.

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