Vaginismo, parliamone!
Settembre è in Inghilterra il mese dedicato a sensibilizzare sul Vaginismo; facciamo chiarezza su cos'è e come si può superare.
Molte di voi diranno, “Vagi.. che? Non ne ho mai sentito parlare”. Ed è proprio qui che sta il problema. Molte donne soffrono in silenzio, ignare che i sintomi che provano sono riconducibili al vaginismo, soprattutto inconsapevoli del fatto che non sono le uniche al mondo a sentirsi così.
"Una contrazione riflessa e involontaria dei muscoli del perineo, della vulva, dell’orifizio vaginale tale da impedire la penetrazione”. Questa è la definizione di vaginismo che si trova nel vocabolario medico.
Quali sono quindi i sintomi?
Ogni donna può manifestare sintomi differenti, ma i più comuni sono:
- involontaria contrazione del muscolo pelvico, che rende la penetrazione di qualsiasi cosa, un dito, un assorbente oppure del pene, impossibile; e può creare la totale chiusura dell’apertura vaginale.
- paure legate alla penetrazione e al dolore.
- ansia che “non entri”.
Le donne che soffrono di vaginismo sono due ogni cento, ma la stima è ritenuta bassa a causa del fatto che le donne si vergognano e provano imbarazzo a dichiarare di avere questa disfunzione.
In realtà non dovrebbe esserci affatto questa vergogna nei confronti di un disturbo che, oltre ad essere psicosomatico, è anche involontario; il corpo infatti involontariamente si contare per difendersi dalla paura del dolore che la penetrazione potrebbe causare.
Il ciclo del dolore
La reazione viene spesso innescata nei confronti di qualsiasi cosa abbia a che vedere con la penetrazione, da un esame medico, all'assorbente interno, al proprio partner. E’ un circolo vizioso che va affrontato e può essere spezzato con della terapia.
Per fare un esempio più socialmente accettato, ma che di fatto, si rifà alla stessa risposta fisica, prenderò la reazione che automaticamente abbiamo se accidentalmente pensiamo che qualcosa ci arrivi in un occhio. I nostri occhi si chiudono per proteggerci dal possibile dolore. Però moltissimi, sia donne che uomini, hanno imparato, nonostante questo, ad indossare le lenti a contatto.
La nostra mente ha imparato a capire che non necessariamente il contatto con i nostri occhi provoca dolore. Grazie a questo, riusciamo a mettere e togliere le lenti a contatto. Con il vaginismo, è lo stesso. Bisogna imparare a far capire al nostro cervello che non tutti i tipi di penetrazione provocano dolore, anzi.
La terapia principale prevede l’utilizzo di dilatori, partendo da piccole dimensioni, per allenare la muscolatura a decontrarsi e a rilassarsi, in assenza di dolore.
La vagina, naturalmente, è da vedersi come uno “spazio potenziale”: è una cavità dotata di una muscolatura che, se rilassata è piatta, ma ha anche la capacità di dilatarsi al punto di far passare un bambino o anche solo di stringere attorno a sè un dito.
Se si soffre di vaginismo, la muscolatura è in perenne tensione a causa del fatto che non è utilizzata, allenata o anche semplicemente a causa dell’ansia. Tecniche di rilassamento tramite il respiro e l’utilizzo dei dilatatori aiutano a rilassare la muscolatura per facilitare non solo l’inserimento di un corpo estraneo ma anche per far capire al nostro cervello che questo non comporta dolore. Un lubrificante è anche essenziale in questa fase. Raccomando di usare solamente lubrificanti di origine naturale e a base d’acqua.
L’area più sensibile e coinvolta è solitamente quella d’accesso al canale vaginale. Se inserito correttamente, il dilatatore non comporta dolore, ma solamente la sensazione di tensione muscolare perchè i muscoli, grazie al dilatatore, si rilassano. Una volta superato l’ingresso, tutto è più facile, in quanto il canale vaginale è meno sensibile.
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Una cosa importante quando si affronta questa terapia è l’aiuto che si riceve dall’esterno. Nell’affrontare questo trattamento è raccomandato il supporto di un sessuologo o un medico. Un sessuologo può aiutare a capire e analizzare le sensazioni che la terapia procura, oltre a valutare se ci sia una particolare causa che scatena il vaginismo.
Per andare a lavorare a livello invece fisco, è importante coinvolgere un* espert* di riabilitazione del pavimento pelvico (noi vi consigliamo l'ostetrica Rita Anna di Molfetta se siete in zona Torino).
Se volete ascoltare la testimonianza di una donna che soffre di vaginismo (e masticate l'inglese) vi consiglio Alix Fox, sex expert, che parla della sua esperienza, delle sensazioni, dei problemi e delle sfide con se stessa che ha dovuto affrontare per curare il vaginismo. Ecco il link al podcast (in inglese) se vi va di ascoltare una testimonianza diretta.
Vi chiedo quindi di aiutarci condividendo questo articolo per sensibilizzare tutti sul tema, perchè non debbano esserci più donne che soffrono in silenzio per una disfunzione curabile come il vaginismo.